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TESTO La rivoluzione dello Spirito

don Roberto Seregni  

Pentecoste (Anno B) - Messa del Giorno (19/05/2024)

Vangelo: Gv 15,26-27; 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,26-27; 16,12-15

26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

È difficile provare ad immaginare cosa sia stata la Pentecoste per gli apostoli e Maria riuniti nel cenacolo. Nelle ultime settimane ho letto vari commenti e alcuni testi di spiritualità, ma non mi hanno soddisfatto... Poi, finalmente, è arrivata la risposta. Da qualche giorno ospito nella casa della missione una coppia di amici che sono venuti a farmi visita con i loro due bambini. È inutile dire che una casa parrocchiale, dove vivono tre preti, non sia certo il posto piú accogliente per dei bambini, cosí abbiamo fatto qualche modifica... Adesso ci sono palloncini a forma di cuore per il corridoio, scarpine sul pavimento, libretti da colorare e pastelli a cera, la macchina dei toast sempre in funzione e un angioletto biondo che si intrufola nella mia stanza mentre sto scrivendo queste righe...

Ecco. Forse la Pentecoste è stata qualcosa di simile: una rivoluzione, un cambio, un'esplosione di vita.

Gli apostoli, ingobbiti dalla paura e dai sensi di colpa, schizzano fuori dal cenacolo parlando lingue nuove e lasciando tutti a bocca aperta. Questa è la rivoluzione dello Spirito: dalla paura alla gioia, dalla chiusura alla missione, dalle tenebre alla luce.

È interessante sottolineare che il primo frutto dello Spirito è l'universalità. Gli apostoli escono dal cenacolo e annunciano «le grandi opere di Dio» in tutte le lingue. Lo Spirito non è una bella stufetta che scalda il cenacolo per trattenere e imbacuccare gli Apostoli. Lo Spirito è come la piccola Giulia che con un sorriso dolcissimo ti prende per mano e ti chiede di uscire in giardino a giocare con il gatto bianco e, anche se hai mille cose da fare e da pensare, non puoi dirle di no.

Forse dovremmo provare a lasciarci prendere per mano dallo Spirito e lasciarci portare, alleggerirci un po', mettere nel cassetto i nostri bei progetti, fidarci, affidarci e smettere di voler tenere tutto sotto controllo. E sono sicuro che non ce ne pentiremo. Credere per provare.

Buona Pentecoste
Don Roberto Seregni

 

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