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TESTO Commento su Gv 16,16

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della VI settimana di Pasqua (09/05/2024)

Vangelo: Gv 16,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Come vivere questa Parola?
Cosa significano queste espressioni enigmatiche di Gesù? Si riferiscono ai due tempi che sta per compiere. Il primo riguarda la sua vita terrena, che sta per finire, il secondo riguarda la sua vita gloriosa inaugurata con la sua resurrezione. Il suo ritorno poi, non è limitato solo alle sue apparizioni pasquali, ma si prolunga nel cuore dei credenti con la sua presenza nella parola, nell'eucarestia e nell'amore fraterno. Queste sue parole non vengono capite dai discepoli che si pongono vari interrogativi, come noi oggi. Gesù, che conosce l'intimo dei suoi discepoli e le vicende che l'aspettano, cerca di rimuovere la loro tristezza infondendo la sua fiducia in lui con una nuova rivelazione; la vostra tristezza si cambierà in gioia. In questa pericope possiamo già gustare il già e non ancora che di solito ascoltiamo in avvento. Il Regno di Dio è già presente qui ma la sua realizzazione definitiva deve ancora compiersi.

VIVO LA PAROLA: “Tornerò a voi”

La voce di un Padre Santo
Miei cari, i giorni intercorsi tra la risurrezione del Signore e la sua ascensione, non sono passati inutilmente, ma in essi sono stati confermati grandi misteri e sono state rivelate grandi verità.
Venne eliminato il timore di una morte crudele, e venne annunziata non solo l'immortalità dell'anima, ma anche quella del corpo. Durante quei giorni, in virtù del soffio divino, venne effuso su tutti gli apostoli lo Spirito Santo, e a san Pietro apostolo, dopo la consegna delle chiavi del Regno, venne affidata la cura suprema del gregge del Signore.
Perciò, o miei cari, durante tutto questo tempo trascorso tra la risurrezione del Signore e la sua ascensione, la divina Provvidenza questo ha avuto di mira, questo ha comunicato, questo ha voluto insinuare negli occhi e nei cuori dei suoi: la ferma certezza che il Signore Gesù Cristo era veramente risuscitato, come realmente era nato, realmente aveva patito ed era realmente morto. Perciò i santi apostoli e tutti i discepoli che avevano trepidato per la tragedia della croce ed erano dubbiosi nel credere alla risurrezione, furono talmente rinfrancati dall'evidenza della verità, che, al momento in cui il Signore saliva nell'alto dei cieli, non solo non ne furono affatto rattristati, ma anzi furono ricolmi di grande gioia.
Dai «Discorsi» di san Leone Magno, papa

Roberto Proietti - robertocerreto82@gmail.com

 

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