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TESTO Lo Spirito Santo scende in noi

mons. Antonio Riboldi

Pentecoste (Anno B) - Messa del Giorno (27/05/2012)

Vangelo: Gv 15,26-27; 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,26-27; 16,12-15

26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

È necessario riaccendere il Fuoco dell'Amore. C'è un passo di estrema importanza per la nostra vita cristiana, nella lettera di S. Paolo, che scrive ai cristiani di Corinto: "Fratelli, nessuno può dire 'Gesù è il mio Signore' se non sotto l'azione dello Spirito Santo". (I Cor. 12, 3) e, nella stessa lettera, subito fa seguire l'elenco dei doni, i carismi, che altro non sono che la potenza dello Spirito nella vita di ciascuno: "Ad ognuno, afferma Paolo, è data una manifestazione particolare dello Spirito, per l'utilità comune e in realtà tutti noi siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo Corpo e ci siamo abbeverati ad un solo Spirito".

Se guardiamo, con sguardo contemplativo, alla vita di tanti nostri fratelli e sorelle, di ogni tempo, non possiamo non notare l'incredibile diversità di carismi: ognuno di essi ha saputo esplicitare un dono speciale dello Spirito e tutti insieme creano una sinfonia unica e completa, permettendo a Cristo di continuare la Sua 'incarnazioné nella storia: una varietà che distingue la fede e la vita cristiana di ciascuno, ma creando un unico meraviglioso arcobaleno. Davvero, come siamo irripetibili nel fisico, così lo siamo nei carismi o capacità. È incredibile come lo Spirito si adegua o 'si serve' di ciascuno di noi per manifestare i Suoi doni a tutta l'umanità.

Basterebbe per un attimo pensare ai tanti grandi santi, così simili nell'amore a Dio e ai fratelli eppure così diversi nel loro sentire e operare: l'azione ferma e dolce di S. Francesco di Sales o il lavoro intriso di preghiera di S. Benedetto, la profondità di Paolo VI o la missionarietà di Giovanni
'-

Paolo II, S. Teresa d'Avila, la grande riformatrice, o S. Teresina del Bambino Gesù, la piccola anima, e l'elenco è infinito.

Come basterebbe pensare per un attimo alle tante congregazioni religiose o movimenti laicali: nessuno è uguale all'altro ed ognuno ha il suo proprio carisma, cioè una peculiare manifestazione dell'unico Spirito.

Ma, soprattutto, è stupore e meraviglia, diventare consapevoli di come ognuno, vivendo dove Dio lo pone, seguendo la chiamata alla santità, in ogni forma di vita, manifesta la sua appartenenza a Cristo nella 'diversità' di santità: davvero l'universo dei credenti non è una massa uniforme, ma un firmamento, con miriadi di stelle, ognuna rilucente di luce diversa, ma tutte che cantano la stessa Gloria di Dio: nella diversità, unico è il concerto di lode che la Chiesa, Corpo di Cristo, eleva al Padre nello Spirito.

E l'inizio di questo 'canto vitale' della Chiesa è proprio il giorno di Pentecoste. Così lo raccontano gli Atti degli Apostoli:

"Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso un rombo dal cielo come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano gli Apostoli. Apparvero loro lingue di fuoco che si dividevano e si posavano su ciascuno di loro ed essi furono pieni di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito Santo dava loro di potere esprimersi. Si trovavano allora in Gerusalemme Giudei osservanti di ogni nazione che è sotto il cielo. Venuto quel fragore, la folla si radunò e rimase sbigottita perché ciascuno li sentiva parlare la propria lingua. Erano stupefatti e fuori di sé per lo stupore e dicevano: 'Costoro che parlano non sono forse tutti Galilei? E come mai li sentiamo ciascuno parlare la nostra lingua nativa?

Siamo Parti, Medi, Elamiti e abitanti della Mesopotamia, della Giudea, della Cappadocia, del Ponto e dell'Asia, della Frigia e della Panfilia, dell'Egitto e della Libia, vicino a Curne, stranieri di Roma, Ebrei e proseliti Cretesi e Arabi e li udiamo annunziare nelle nostre lingue le grandi opere di Dio". (At. 2, 1-11)

Solo un miracolo poteva cambiare il cuore degli apostoli. Essi, pur avendo visto Gesù risorto e la sua gloriosa ascensione al cielo, continuavano ad avere paura e si sentivano incapaci di compiere quanto il Maestro aveva loro chiesto. Il miracolo avviene con l'effusione dello Spirito, confermando le promesse di Gesù, e il loro cuore è trasformato in profondità.

È l'inizio di quella Chiesa che, dopo oltre duemila anni, continua la Sua azione ai nostri giorni.

Lo possiamo quasi toccare con mano, se viviamo una fede attiva, che consente di vedere le opere di Dio. Quante volte, nel corso dei secoli, come oggi, si è manifestata l'azione dello Spirito nella vita di tanti fratelli e sorelle, dei quali si poteva dire: 'E' davvero ispirato, dice parole e compie opere che sfuggono alla nostra natura debole.'

Pensiamo al coraggio incredibile dei martiri - quanti anche oggi in tante parti del mondo offrono la vita per la difesa della propria fede cristiana! - che andavano incontro alla morte con il volto di chi non conosce paura, al punto da lasciare attoniti gli stessi carnefici.

Ma non occorre pensare solo ai martiri. È sufficiente la testimonianza quotidiana di tanti cristiani, fratelli che ci vivono accanto; forse noi stessi ci siamo stupiti a volte nel trovare parole 'ispirate', senza neppure saperci spiegare come avessimo potuto esprimerle. Tutti, credo, ne abbiamo fatto esperienza. Forse diamo davvero troppa poca importanza allo Spirito Santo, che è venuto tra noi e in ciascuno di noi, il giorno della S. Cresima, e nella fedeltà, che è divina, continua ad operare in noi ed attraverso di noi, nonostante le nostre incoerenze, distrazioni e povertà.

Purtroppo tante volte ci si accosta a questo grande sacramento, con una preparazione insufficiente, più preoccupati della festa esteriore che consapevoli del grande Dono che si riceve.

Ho tentato, come parroco e come vescovo, di cercare le strade per rendere più matura e viva tale consapevolezza, ma quando poi i cresimandi arrivano impreparati, diventa davvero difficile fare della S. Cresima il punto di partenza di una vita veramente cristiana.

Occorre educare alla vita come cammino spirituale sin dai primi passi, nella famiglia, poiché la vita di fede, per crescere, esige una continua educazione.

Solo così il giorno della nostra Cresima può davvero diventare una consapevolezza piena di essere noi stessi 'tempio dello Spirito", l'Ospite divino che attende solo il nostro sì per manifestare la Sua Presenza.

Facciamo dunque memoria dei momenti fondamentali in cui lo Spirito è sceso su di noi, poiché è già venuto, anche se forse a causa della nostra povertà lo abbiamo di fatto ignorato, come fosse il grande Assente, impedendoGli così di realizzare nella nostra vita 'le meraviglie di Dio'.

Il giorno del nostro battesimo il celebrante ci ha segnato la fronte con l'Olio santo, segno della prima venuta in noi dello Spirito Santo. Quando ormai eravamo in grado di dire un sì libero a Dio e quindi capaci di conformarci a Cristo nella Sua Chiesa, con la Cresima, il vescovo ha steso la sua mano sul nostro capo, invocando lo Spirito Santo, e ha unto la nostra fronte come segno di appartenenza e consacrazione a Dio.

Si è realizzata una 'nuova creazione " poiché lo Spirito Santo è l'Amore in persona!

È Lui che ci abilita ad amare. In forza dello Spirito Santo le caratteristiche tipiche del modo di amare di Gesù diventano anche nostre ed una nuova energia ci pervade.

Come dichiara S. Paolo: 'Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, magnanimità, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé... perciò se viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito".(Gal. 5, 24-25)

Rafforziamo dunque la nostra fede, la nostra speranza, la carità.

Lo Spirito compie miracoli che non siamo neppure in grado di pensare: dobbiamo solo fidarci di Lui e lasciargli spazio nella nostra vita, affinché possa manifestarsi.
Questo solo desidera e, quindi, con il cuore, invochiamoLo:

"Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo, un raggio della tua luce. Vieni, Padre dei poveri, vieni Datore dei doni, vieni Luce dei cuori. Consolatore perfetto, Ospite dolce dell'anima, dolcissimo Sollievo. Nella fatica, riposo; nella calura, riparo; nel pianto, conforto.

O Luce beatissima, invadi nell'intimo, il cuore dei tuoi fedeli.
Senza la tua Forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.

Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in Te confidano, i tuoi santi doni.

Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna."

 

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