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TESTO Commento su Gal 5,22-23

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Pentecoste (Anno B) - Messa del Giorno (31/05/2009)

Brano biblico: Gal 5,22-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 15,26-27; 16,12-15

26Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; 27e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Dalla Parola del giorno

“Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé: contro queste cose non c’è legge.”

Come vivere questa Parola?

La Pentecoste segna il vertice dell’anno liturgico. Celebra il grande evento promesso da Gesù: la discesa dello Spirito Santo sui suoi discepoli, cioè su quelli che, anche oggi, s’impegnano a vivere il suo vangelo, soprattutto in quel precetto dell’amare gli altri come se stessi che, unito al precetto dell’amore di Dio (e sua concreta espressione!) ci qualifica come cristiani.

Ecco: Lo Spirito Santo è proprio l’amore in persona! È lui che ti abilita ad amare bene te, Dio, gli altri e ogni creatura. Senza lo Spirito Santo il nostro amore è fragile e troppo spesso malato d’ingerenze egoiche. Con lo Spirito Santo il nostro amore si purifica, si vivifica, diventa quello di cui abbiamo bisogno per essere autenticamente ‘persona’ cioè liberi da tensioni individualistiche, propensi a incontrare l’altro in profondità e a far comunione. Detto questo, più facilmente si evidenzia che se “il frutto” (si badi: non i frutti!) è Gesù stesso: il Verbo che nella sua incarnazione ha preso forma nel grembo verginale di Maria, quelle caratteristiche tipiche del modo di amare di Gesù, in forza dello Spirito Santo, diventano anche nostre. Sono le qualifiche dell’amore vero, così come ciascuno desidera incontrarle e viverle. Non è forse vero che dove c’è amorevolezza, pace, gioia, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza e dominio di sé, noi ci troviamo veramente a nostro agio? L’ambiente dove si vivono e dunque si respirano queste qualità dell’amare, è l’ambiente ideale per una vita che meriti veramente questo nome! In fondo è un “fruttificare Gesù”, il suo modo di essere e di consacrare nella concretezza il quotidiano.

È un poter dire con S.Paolo: per me vivere è Cristo. O come la Beata Elisabetta della Trinità: Chiedo di essere un’umanità aggiunta nell’oggi, a quella di Gesù.

Vale davvero la pena che io sosti in gioia contemplativa a considerare la bellezza e l’opportunità di vivere queste qualità di un amore non mio certamente ma dello Spirito Santo in me.

O Amore increato, scendi su di me! Afferrami, possiedimi, converti il mio cuore alla verità di un amore che, in qualche modo, rende presente Gesù nel mondo in cui vivo.

La voce di un biblista

Volgiamo i nostri volti e le nostre anime a questo soffio di vita e lasciamo che ci ravvivi e ci rinnovi. Anche oggi, se tutta la chiesa ricevesse questo potente soffio, se lo Spirito penetrasse tutte le sue realtà, essa "si alzerebbe e camminerebbe" e sarebbe nuovamente "un grande esercito senza fine."
Raniero Cantalamessa

 

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