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TAPPA 1 settembre - ottobre 2015 sussidio digitale di animazione missionaria per giovani 2015 - 2016
brano biblico
il pozzo
scegliere
Testi a cura di A. Zappalà - F. Moschitta Progetto grafico: webandyou.it Fotografie: A. Zappalà Video: Luci nel Mondo - Missio Giovani Con approvazione ecclesiastica
Il tema di questa tappa sarà proprio “l’Incontro”. Proveremo a scoprirne la bellezza e la difficoltà a cui siamo chiamati tutte le volte che decidiamo di “incontrare” l’altro. Incontrarsi non è scontato. E’ una scelta che dobbiamo fare altrimenti esso non accadrà spontaneamente. Transitare in metro o in bus al mattino con altre 100 o 1000 persone non vuol dire averle incontrate. Spesso siamo tutti con gli auricolari alle orecchie e gli occhialoni da sole al viso per fare un muro a chiunque si avvicini. Questo non è incontrare! Per incontrare occorre liberare lo sguardo da filtri che usiamo per camuffarci e liberare le orecchie per ascoltare l’altro e così cominciare un reale processo di conoscenza. Mettiti in viaggio, apri bene gli occhi e buon incontro! Alex
EDITORIALE
Chi ha avuto l’opportunità di visitare l’Africa, nella bellezza dei suoi villaggi, avrà di sicuro notato che per gli africani ogni momento è buono per fermarsi a parlare, per salutarsi e chiedere notizie sulla famiglia dell’amico incontrato. Ogni luogo è buono ma ce n’è uno che davvero è l’ideale, soprattutto per le donne: il pozzo. Il pozzo è il luogo dove ogni donna si reca ogni giorno, carica di bacili da riempire d’acqua che le serviranno per la cucina o per la pulizia dei bambini. I viaggi al pozzo sono tanti durante la giornata, cominciano da prima dell’alba e finiranno poco prima del tramonto. Un continuo andare e tornare e ad ogni viaggio ci sarà un incontro diverso, una sorella diversa con cui parlare, a cui chiedere del marito o dei figli, a cui bisbigliare sogni inespressi. Per le donne africane il pozzo vuol dire “relazione”, “Incontro”. Anche nella cultura palestinese dei tempi in cui è vissuto Gesù di Nazareth era così. Le donne al pozzo trascorrevano del tempo per parlare e vivere delle relazioni. Una donna che andasse da sola e fuori l’orario consono aveva di sicuro avuto dei problemi con la propria gente, con la propria comunità. Il pozzo quindi sarà l’icona che ci accompagnerà lungo questa tappa formativa. Sarà il luogo che dobbiamo raggiungere per vivere anche noi il nostro incontro con Gesù.
l'incontro
A ben pensarci, infatti, è una definizione molto chiara che mette perfettamente a fuoco l’utilità di questo oggetto. Come funziona un pozzo? Il secchio viene calato per una muratura chiusa, buia...e più in profondità è scavato, più buio è il livello in cui questo si inserisce. Arrivati in fondo però ecco il contatto con ciò che dà la vita: l’acqua. Quel secchio allora si riempie; quel secchio allora viene tirato su, torna alla luce e porta con se vita. Nella Bibbia, il pozzo ha una fortissima simbologia: in alcuni passi del Vecchio Testamento, pensiamo ad esempio a Giacobbe, l’erigerne uno era fare memoria della Grazia ricevuta da Dio. Una sorta di “stele” attraverso cui il popolo rammentava l’alleanza e la potenza di Dio. Nel Nuovo Testamento questo luogo, oltre che memoriale di Benedizione, diventa anche uno strumento per attingere all’Acqua Viva quella che disseta l’uomo per sempre. Simbolicamente il pozzo ci permette di attingere alle profondità oscure che ci abitano; è luogo che porta alla vita, sempre. Il tema del pozzo nella Bibbia appare come un filo rosso che si snoda lungo tutta la storia di Israele e collega tra loro la creazione, le vicende dei patriarchi, l’uscita dall’Egitto, il dono della Torah, la speranza messianica della redenzione. É un itinerario terrestre e spirituale dei patriarchi e del popolo: l’acqua di sorgente é il simbolo della vita che Dio dà lungo il cammino di ogni giorno e che darà in pienezza ai tempi messianici.
che genera vita
ferita
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...Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "dammi da bere"... Gv 4, 7
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PROVOCAZIONI Chi sono i samaritani che ci stanno intorno ? E’ possibile oggi un incontro con quanti appartengono alla categoria di disprezzati? E’ possibile oggi l’incontro con il povero e in quali termini? Ci siamo sentiti o ci sentiamo samaritani per qualcuno?
LA SAMARITANA
1 Gesù venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: "Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni" - 2sebbene non fosse Gesù in persona a battezzare, ma i suoi discepoli -, 3lasciò allora la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea. 4Doveva perciò attraversare la Samaria. 5Giunse così a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c'era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: "Dammi da bere". 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: "Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?". I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: "Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: "Dammi da bere!", tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva". 11Gli dice la donna: "Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?". 13Gesù le risponde: "Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna". 15"Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua". 16Le dice: "Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui". 17Gli risponde la donna: "Io non ho marito". Le dice Gesù: "Hai detto bene: "Io non ho marito". 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero".19Gli replica la donna: "Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare". 21Gesù le dice: "Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità". 25Gli rispose la donna: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa". 26Le dice Gesù: "Sono io, che parlo con te". 27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: "Che cosa cerchi?", o: "Di che cosa parli con lei?". 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29"Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?". 30Uscirono dalla città e andavano da lui. 31Intanto i discepoli lo pregavano: "Rabbì, mangia". 32Ma egli rispose loro: "Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete". 33E i discepoli si domandavano l'un l'altro: "Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?". 34Gesù disse loro: "Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: "Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura"? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l'altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica". 39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: "Mi ha detto tutto quello che ho fatto". 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: "Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo". 43Trascorsi due giorni, partì di là per la Galilea. 44Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. 45Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa. 46Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. 47Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire. 48Gesù gli disse: "Se non vedete segni e prodigi, voi non credete". 49Il funzionario del re gli disse: "Signore, scendi prima che il mio bambino muoia". 50Gesù gli rispose: "Va', tuo figlio vive". Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. 51Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: "Tuo figlio vive!". 52Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: "Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato". 53Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: "Tuo figlio vive", e credette lui con tutta la sua famiglia. 54Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
don MICHELE AUTUORO
direttore di MISSIO Italia
dalla parte dei poveri in El Salvador
P. Giuseppe Grigoli, missionario francescano da oltre vent’anni in El Salvador, ci racconta cosa voglia dire stare dalla parte dei poveri, che valore hanno per lui gli incontri con i poveri e quanto siano importanti per il proprio cammino di fede e di missione. P. Rolando Borghi, missionario comboniano, ci porterà in macchina nei quartieri più poveri e più violenti della capitale salvadoregna.
Ci sono giovani che nella loro vita hanno fatto delle scelte e queste hanno fatto la differenza perché hanno avuto effetti sul contesto circostante. Il mondo lo si può rendere migliore riuscendo nei nostri piccoli contesti a portare qualcosa di bello, di buono. Sono queste piccole grandi testimonianze che ci fanno comprendere quanto ci sia da fare e quanto basta poco per dare aiuti preziosi a chi ci circonda. Le nostre amiche ce lo raccontano in questa video testimonianza.
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